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– Le cronache di Piter –
– Parte quarta-

Per leggere dall’inizio

Voglio anch’io una facciata del Rastrelli, o del Rossi davanti a casa mia e un’orologio che fa la ruota e un’atrio con 18 colonne ioniche, e una loggia di Raffaello e una scala neoclassica di marmi bianchi e rosa e uno scalone barocco di stucchi dorati e una stanza tutta di malachite…
Voglio avere dal terrazzo una vista sul canale Fontanka, per gettare uno sguardo dal ponte Anichov coi suoi cavalli,  e per guardare il passeggio sulla  Nevskii, dove abbiamo camminato per quattro chilometri e mezzo dal monastero di Aleksandr Nevskii su su fino alla piazza del palazzo….
E dal tetto di casa voglio una vista sulla citta’ come quella dalla cupola dorata della Isaakievski Sabor, per poter abbracciare con lo sguardo il giallo palazzo dei decabristi e la chiesa sul sangue versato, la guglia dorata dell’Ammiragliato e il Baltico (non tanto) lontano, dietro al porto commerciale, e la Neva, e il palazzo settecentesco del principe Menshikov, compagno d’armi di Pietro il grande e primo governatore della citta’, e l’inconfondibile sagoma del palazzo d’inverno, e le colonne rostrate sull’isola Vasileksij e il biancazzurro monastero Smolnij in lontananza.
E voglio fermarmi a far spese nei due piani del  Gostinij Dvor,  dove anziche’ guardar da fuori le vetrine attraversi i negozi come un’unico enorme centro commerciale,  passando da dolciumi a souvenir ad articoli sportivi, a  vestiti a scarpe e valigie e giardinaggio e gioiellerie e cristalleria, senza alcuna soluzione di continuita’, in un vero tempio del consumo,  che sorge a pochi passi  dalla cupa e minacciosa cattedrale di Nostra Signora  del Kazan, con il suo colonnato semicircolare come San Pietro a Roma, dove in questi giorni campeggia la scritta Kristos Vascries, Cristo e’ risorto,
Infatti il 23 Aprile e’ il giorno della chiesa Ortodossa, e passeggiando lungo il quartiere Kolomna con la saggia e dotta guida di Rago e della sua compagna Katia, dallo sguardo timido che sfugge alla mia telecamera e dalla cristallina risata, entriamo dentro alla Nicolaievskii Sabor, biancoverde nei suoi marmi, museo e sacro contenitore di icone russe e reliquiari, tra cui l’icona della madonna con tre manii,  ed al tradizionle rito della benedizione del cibo, e all’adorazione delle icone sparse un po’ ovunque, con le donne dal capo velato in segno di rispetto…
E voglio una cupola liberty sul palazzo, come quella del palazzo una volta sede della Kompania Singer,  e le statue del’antico negozio d’alimentari Eliseev, dagli interni pieni di specchi e colossali lampadari di cristalli colorati in foggie di foglie e fiori…
E voglio una vista come quella ammirata dalla cima della kolumnada della Isaakievski Sabor, e voglio  abbracciare con lo sguardo il lungo Neva Inglese, e quello del palazzo, e il Dvorsoi most (ponte del palazzo) e il Troizkii most (ponte della Trinita’) che col suo chilometro di lunghezza ci porta ad ammirare i’isola Petrogradskaja, con la fortezza di San Pietro e Paolo, nucleo primigenio della citta’ e  la chiesa omonima, che con la sua altissima guglia dorata custodisce le tombe della gloriosa dinastia dei Romanov…
E voglio un giardino come il Lietni Sad, ( giardino d’estate) con la sua foresta d’alberi e di pietra, d’erba e di marmo, di foglie e di ferro battuto, che non abbiamo visto perche’ allagato dal disgelo della neve che fino a pochi giorni ricopriva ancora la citta’, tanto che ancora il ghiaccio fa capolino qua e la’ lungo i canali….
E voglio mangiare il manzo alla Stroganoff dentro a un sottomarino sovietico, nel ristorante Propaganda, con il libro sulla Gisn Lenina (Vita di Lenin) attaccato alla parete di fianco al bagno, e lo specchietto piccolo e le porte di metallo, e la cameriera, cordiale e sorridente,  vestita in tuta blu come un operaio ma con la maglietta rossa della Banda Bassotti, e con il the spillato dal Samovar…
E voglio mangiare il Borsch ( la tipica zuppa di barbabietole rosse e carne, squisita..) con la smietana (la panna acida, tipo yogurth, che qui mettono come condimento dappertutto, quasi pure nel caffe’…) dentro a un castello medievale alla presenza di Re Artu’, come succede al Kamelot, da dove Ashura non voleva piu’ uscire, con sedie in legno massiccio e schienali altissimi e soffitto in pietre e camerieri in calzamaglia e pettorina rossa con il leone rampante d’Inghilterra sul petto….
E voglio mangiare i Blini ( Crepes..) saladki (salati) con i funghi e le verdure, e salionni (dolci) con i frutti di bosco e il gelato e la panna come li fanno allo Stroganoff Yard, o flambe’ con il liquore come li fanno al Krakadil….
E voglio  immaginare con gli occhi della mente il popolo in rivolta che invade la Piazza del Palazzo, e la folla che al suono della salva di cannone sparata dall’Incrociatore Aurora, come un sol uomo si ribella all’oppressione secolare degli Zar,  e voglio vedere perdersi nelle acque  il corpo del monaco pazzo Rasputin, ucciso nel giallo palazzo Jusupov che si affaccia sul canale Mojka…
E voglio tornare di nuovo a baciarmi con Ashura na Paliuti Mostie, sul ponte dei baci,  per far pace di tutte le piccole liti che ci capitano ogni qualvolta siamo in giro in vacanza, perche’ da bravi animali da salotto, per di piu’ lei cane e io  micio, quando veniamo  “sparati” in un’ambiente sconosciuto entriamo in crisi e cominciamo e battibeccare che  neanche i due vecchietti dei Muppets, per poi far subito pace….
Ma insomma, l’avete capito o no?

Voglio
tornare
 LA’ !!!