Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore
Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi,
ma come l’avrà fatta la televisione
L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani
(Ennio Flaiano, 1910-1972)
10 domenica Lug 2011
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inGli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore
Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi,
ma come l’avrà fatta la televisione
L’Italia è un paese dove sono accampati gli italiani
(Ennio Flaiano, 1910-1972)
13 giovedì Ago 2009
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inDroga.
Vendono quella merda ai ragazzini delle scuole.
E c’è di peggio.
Cioè ?
I ragazzini la comprano.
(da Non è un paese per vecchi, di Cormac Mc Carthy )
30 giovedì Apr 2009
Sono in realta’ un po’ triste, perche’ oggi e’ l’ultimo giorno in cui come header ho la Lady in Latex (e qua ci becchiamo una botta di contatti in piu’ sul sito … ) di Watchmen, e perche’ da domani, se va bene, altrimenti da lunedi’ se saro’ molto pigro, (e io lo sono …) ci sara’ un’altra immagine ad accompagnare le mie scritture e le vostre letture.
Pero’ come dicono a Trafalmadore, Cosi’ e’ la vita.
Intanto godetevi il promo de I racconti del vascello nero, che esce tra una settimana in DVD, compendio al capolavoro (si, l’ho detto, e non lo ritiro) di Zack Snyder, che mi sembra anche un’ottimo modo di chiudere il mese dedicato a Watchmen.
E a proposito,
Buon Primo Maggio a tutti !!!
19 domenica Apr 2009
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inAlicia dice che sua mamma non è cattiva, solo che qualche volta parla senza riflettere. Non so se questo ha senso. Perchè, è vero, c’è un mucchio di gente che parla senza riflettere.Questo lo capisco.
Ma il fatto che siano brave persone dipende da quello che dicono. O sbaglio?
Cioè, se dici qualcosa di razzista senza riflettere evidentemente sei un razzista.
Perchè significa che per non dire cose razziste devi pensarci in continuazione. Insomma, vuol dire che il tuo razzismo è sempre lì e per impedirgli di uscire devi mettere in moto il cervello.
(da Tutto per una ragazza, di Nick Hornby, 2007)
24 martedì Feb 2009
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inSpegnere il televisore per far leggere un libro
porta il bambino a odiare la lettura
(Gianni Rodari)
01 domenica Feb 2009
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inSuccede spesso che le persone pensino che
l’opinione della maggioranza sia quella giusta
(XXXholic)
26 venerdì Dic 2008
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inDistante è la condizione di ogni viaggio.
(La grammatica di Dio, Stefano Benni)
13 giovedì Set 2007
Non sono molto d’accordo in realta’ sulla piega che ha preso la storia di House, anche perche’ vederlo in crisi d’astinenza e steso su un pavimento con la bava alla bocca non credo definisca meglio il personaggio, che era gia’ abbastanza tormentato di suo, senza aggiungere altri carichi.
Il fatto che poi ad un personaggio scorbutico, cinico e insofferente a qualsiasi imposizione derivante dall’autorita’ o anche solo da qualcuno che non sia lui stesso, vengano affiancati via via figure sempre piu’ autoritarie, prima il direttore dell’ospedale, ora il poliziotto, fa parte di una struttura ripetitiva che pur essendo caratteristica delle serie televisive alla lunga mostra un po’ la corda, soprattutto quando il gioco come in questo caso viene tirato per le lunghe.
Ma d’altronde i soli casi medici, per quanto ingegnosamente architettati, non potevano sostenere piu’ di tanto la serie, come ha insegnato bene anche il caso di CSI, anche se ora tendono spesso a fare solo da sfondo alle "beghe" personali dei protagonisti, e questo non e’ un bene.
Comunque tra House e il poliziotto, interpretato in maniera efficacemente odiosa da David Morse, a mio avviso quel che ne esce male dal confronto e’ proprio quest’ultimo, visto che persegue una crociata personale contro qualcuno che una condanna ce l’ha gia’, quella di convivere con se stesso giorno per giorno, e per di piu’ lo fa rendendo impossibile la vita degli anelli deboli che compongono la catena di affetti di House.
Delle due, per me e’ molto meglio il potere femminile rappresentato da Cuddy, in grado di comprendere l’umanita’ della persona anche nell’errore, piuttosto che quello intransigente, ottuso,e tipicamente maschile che pretende di impartire una lezione semplicemente perche’ ha subito un’affronto, che finisce francamente per sembrare ridicolo, se confrontato con la quantita’ di tempo e di energie spese per riuscire ad averla vinta.
E alla fine come al solito sul campo di battaglia restano vittime innocenti, come in questo caso Wilson.
Ma citando una frase ricorrente del protagonista dello splendido libro che ho appena finito di leggere, con cui e’ solito commentare tutte le ingiustizie del tempo e degli uomini, Cosi’ va la Vita.
13 venerdì Lug 2007
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in13 martedì Mar 2007
Si, e’ vero che Intrigo a Berlino e’ un film inutile, come dice giustamente qualcuno.
E anche eccessivamente formale, inopportunamente citazionista, soprattutto nelle atmosfere e nel posticcio finale simil-Casablanca.
Pero’ la materia di cui tratta The Good German, titolo originale che trovo piu’ appropriato per la vicenda, e’ talmente incandescente, anche se persa nelle nebbie di un passato che sembra molto remoto ma in realta’ non lo e’ affatto, da spingere altri a dire che invece no, e’ opera di denso valore morale, perche’ dipinge il vuoto etico della nostra epoca, sorta proprio dalle macerie dell’ultimo conflitto mondiale.
Perche’ la storia che racconta, quel famoso "segreto" da nascondere anche a costo della vita di scomodi testimoni, come il marito di Lena Brandt, una Cate Blanchett mora che rifa’ da par suo la Marlene Dietrich dei tempi d’oro, e’ realta’ storica conclamata, anche se forse nota ad una cerchia di persone abbastanza ristretta.
Una verita’ fatta di persone e luoghi, persone come Werner Von Braun e luoghi come il campo di concentramento di Camp Dora, sorto nelle vicinanze dello stabilimento di Mittelwerk, per fornire manovalanza di lavoratori schiavi al progetto della costruzione delle V2, la VerweltungsWaffe (letteralmente "arma della vendetta") primo esempio di applicazione della scienza missilistica in campo bellico, un’arma che contrariamente a cio’ che si crede provoco’ relativamente pochi danni agli inglesi e fu utilizzata dai tedeschi piu’ che altro come arma di rappresaglia per gli ingenti danni subiti durante i bombardamenti alleati.
Una storia che parla di 25.000 prigionieri, morti per denutrizione, violenze continue e malattie, costretti a lavorare e vivere in una fabbrica costruita nel cuore di una montagna per sfuggire ai bombardamenti degli alleati, dopo che il precedente impianto missilistico, situato a Peenemunde, era stato pesantemente bombardato dall’aviazione inglese ed americana.
Una vicenda oscura, dove gli americani pur di assicurarsi il genio di Von Braun e soprattutto sottrarlo ai russi, chiusero entrambi gli occhi sulle colpe, molto piu’ vere che presunte, dello scienziato tedesco che era destinato a diventare il capo del progetto missilistico statunitense, che produsse da un lato la conquista della Luna, e dall’altro i missili a testata nucleare che portarono il mondo sull’orlo della terza guerra mondiale durante la guerra fredda.
Una vicenda che ci spinge a farci domande sul prezzo del progresso, e quando e quanto esso sia "sostenibile" e perche’.
Domande che si pone e a cui cerca di dare risposte anche il bel libro che ho appena finito di leggere, e cioe’ "Gli Scienziati di Hitler- la scienza, la guerra, e il patto con il diavolo" di John Cornwell, che illustra lo sviluppo scientifico sotto il Terzo Reich, e le sue influenze sul presente.
Un libro divulgativo e di facile lettura che parla di fatti, di persone, delle loro scelte morali e delle loro motivazioni, che ritengo per molti versi illuminate e senza dubbio stimolante e che mi sento di consigliare per coloro che intendono conoscere una parte di storia che molti, come me, conoscono per sentito dire, o da vaghi ricordi della scuola superiore.