Two Days Left
13 venerdì Gen 2017
Posted Hype, I Am Sherlocked, serie tv, UK
in13 venerdì Gen 2017
Posted Hype, I Am Sherlocked, serie tv, UK
in11 domenica Dic 2016
Posted Hype, I Am Sherlocked, serie tv, UK
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Amanda Abbington, BBC, Benedict Cumberbatch, Louise Brealey, Mark Gatiss, Martin Freeman, Sherlock, Steven Moffat
Is this the End of the Game for our beloved Sherlock? We’ll see at the beginning of 2017…
MEGA-HYPE!!!
25 lunedì Lug 2016
Posted Hype, I Am Sherlocked, preview, serie tv, UK
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Amanda Abbington, Andrew Scott, BBC ONE, Benedict Cumberbatch, Louise Brealey, Mark Gatiss, Sherlock, Steven Moffat, Toby Jones
Ok, NOW how AM I supposed to wait until next Year?
Aaaaaarggghhhhhh!!!!
10 venerdì Lug 2015
Posted Hype, London Calling, preview, serie tv, UK
in08 martedì Apr 2014
Posted Eventi, London Calling, teatro
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Coriolanus, Donmar Warehouse Theatre, Mark Gatiss, National Theatre Live, Nexo Digital, Tom Hiddleston
Proseguono gli appuntamenti con il National Theatre Live e con la Nexo Digital con il Coriolanus, tragedia di Shakespeare in 5 atti portata in scena al Donmar Warehouse Theatre di Londra da Thomas Hiddleston nel ruolo del protagonista e Mark Gatiss nei panni di Menenius. SOLO OGGI in alcuni cinema selezionati, per l’elenco esatto andate qui
12 domenica Gen 2014
Posted Cult, I Am Sherlocked, reviews, serie tv, UK
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Amanda Abbington, BBC ONE, Benedict Cumberbatch, Louise Brealey, Mark Gatiss, Martin Freeman, Rupert Graves, Sherlock, Steven Moffat
Enjoy not getting involved, Sherlock
Parliamo di quello di cui NON si parla nell’episodio The Sign of Three, parliamo dell’Elefante nella Stanza. Parliamo della profonda inadeguatezza di Sherlock a vivere tra gli esseri umani, non per scelta, ma perchè è la sua natura. I know what it means looking sad when you think no one can see you, ricordate? E parliamo di tutto un episodio a raccontarci e raccontarsi che in fondo anche lui può esser recuperato, che anche lui può fare la sua brava stag night, ubriacarsi persino, ed esser in grado di intrattenere gli ospiti al matrimonio del suo migliore amico. I don’t have “friends”, I’ve just got one. Certo, da qualche parte, in fondo, in una parte di noi inconfessabile, siamo tutti più contenti, come spettatori e come esseri umani, quando il genio si dimostra anche un po’ un mostro, perchè in fondo troviamo consolazione nel fatto che anche lui qualche difetto ce l’ha, che non è perfetto come sembra. E’ ciò che spinge Donovan e Anderson a fare quello che fanno in The Reichenbach Fall, è il sentimento estremamente umano su cui fa leva il diabolico Moriarty per isolare e sconfiggere il suo arcinemico. Certo, finchè si comporta in maniera inadeguata possiamo ridere di lui, della sua profonda incapacità di comprendere la natura umana quando si parla di sentimenti. Human? Mmmmhhh… No. Nature? Mmmhhh…No.
Tutto diventa più difficile quando arriva qualcuno che apre il guscio, che trova la chiave, che risolve il rebus delle emozioni, e quelle come da un vaso di pandora che si schiude escono, e una volta uscite, non c’è più modo di farle rientrare. Perchè questo rappresenta Watson per Sherlock, quella persona che malgrado lui sia consapevole di essere the most unpleasant, rude, ignorant and all-round obnoxious arsehole that anyone could possibly have the misfortune to meet, lo sceglie come migliore amico e come testimone di nozze. E nel momento in cui quel qualcuno gli viene tolto, dalla vita, dalle circostanze, da un destino crudele e beffardo, c’è proprio ben poco da ridere, e tutti noi vorremo aiutarlo, e quella sua inadeguatezza non è più affatto divertente: I wish you weren’t… whatever it is you are. I know.
Altro che episodio comico, o caduta di stile. The Sign of Three è l’episodio più triste ed umano di tutta la (breve) vita della serie, e poco importa se a qualcuno mancano “i casi”, che poi peraltro qui (a differenza di The Empty Hearse) ci sono, e gestiti anche alla grande come al solito. Se volete un procedurale, con un caso per episodio, ce ne sono a montagne in giro e di fatti anche bene, senza bisogno di disturbare Gatiss, Moffat, Cumberbatch, Freeman e la loro (splendida) creatura, che con la sua precisione nella scrittura, il suo interesse per le umane debolezze, e la sua messa in scena curata e raffinata in ogni dettaglio, è sempre stata altro: solo che magari non lo sapevamo, o ce ne rendevamo conto ad un livello subliminale, e non chiaro come lo è in questo episodio.
E ora, stasera, prepariamoci a soffrire. E tanto. Di quanti cosiddetti “procedurali” potreste dire lo stesso?
05 domenica Gen 2014
Posted Cult, I Am Sherlocked, serie tv, UK
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Amanda Abbington, BBC, BBC ONE, Benedict Cumberbatch, John Watson, Mark Gatiss, Martin Freeman, Mycroft, Sherlock, Sherlock Holmes, The Empty Hearse
Time to go and be Sherlock Holmes
Due anni sono passati, nelle vite di Sherlock e Watson, nelle nostre, e in quelle di Benedict Cumberbatch e di Martin Freeman. Era quindi inevitabile che l’episodio di apertura della terza stagione dovesse fare i conti con il livello altissimo di attesa da parte dei fan della serie, e con il percorso di evoluzione sia dei personaggi che degli attori che li interpretano. Perchè ora Cumberbatch e Freeman, nell’immaginario dei fan che hanno seguito fedelmente gli attori nelle loro esperienze sia teatrali che cinematografiche non sono più SOLO Sherlock e Watson, che quindi diventano maschere che i due indossano all’occasione. Non è perciò certo un caso se nell’eccezionale sequenza d’apertura appare una maschera del volto di Sherlock (ormai vera e propria icona contemporanea) , così come non è casuale la reiterata gag sui baffi di John, e sulla necessità di Freeman di liberarsene per entrare nel personaggio, o il travestimento di Sherlock nel primo “appuntamento” con il compagno di un tempo. Sono tutti passi che conducono alla conclusione dell’episodio, in cui Watson/Freeman in un dialogo rivelatore chiede a Holmes/Cumberbatch (a questo punto la differenza non ha più alcuna importanza) se non gli è mancato il ruolo del detective più famoso del mondo.
Poi c’è il vero colpo di genio dell’episodio, quello di dar spazio nel racconto alla miriade di teorie dei fan sulla morte simulata nel finale della scorsa stagione, usando l’espediente narrativo delle teorie di Anderson e dei membri del club dai lui fondato, The Empty Hearse, a cui va peraltro l’onore di dare il titolo all’episodio, ovviamente ispirato a The Empty House, il racconto di Conan Doyle che segnava il ritorno letterario del personaggio di Holmes. Un Anderson sorprendentemente convertito post-mortem al credo di Sherlock, al punto che Mark Gatiss, magnifico autore dell’episodio, arriva persino a mettergli in bocca quel “I believe in Sherlock Holmes” che è una sorta di mantra tra i fan della serie; un Anderson talmente convinto dell’eccezionalità del detective da non credere alla semplicità della spiegazione “vera” (?!?!?) fornitagli dallo stesso Holmes nel corso di un intervista.
In mezzo a tutto questo, come fosse quasi trascurabile, c’è la trama vera e propria dell’episodio con un “complotto delle polveri” che richiama dichiaratamente Guy Fawkes e il 5th of November, con tanto di sequenza all’interno di un vagone della metro carico di esplosivo che cita apertamente il V for Vendetta dei Wachowski, e, accennata ma incisiva, la presentazione di Mary Morstan (interpretata da Amanda Abbington, compagna di Freeman nella vita reale), futura sposa di Watson, che al primo incontro con Sherlock ha la stessa (sospetta) reazione di John, quel I Like Him pronunciato all’interno di un taxi che richiama molto da vicino il famoso Amazing di A Study in Pink.
Poi ovviamente ci sono loro, John e Sherlock personaggi, e la loro attesa riconciliazione, che Gatiss e Moffat hanno deciso di buttare sullo scherzo divertito, un tono che se poteva andar bene per il primo appuntamento, tutto sopra le righe dalla messa in scena alle musiche alla recitazione (ovviamente perfetta) dei due protagonisti, stona un po’ nella conclusione dell’episodio. Un atteggiamento, quello di Holmes, d’altronde comprensibile perchè si sa che Sherlock senza l’influenza positiva ed “umana” di John tende senz’altro a “regredire”, ma non certo al punto di non conoscere il valore e l’importanza dell’amicizia, a differenza di suo fratello Mycroft, come sottolineato durante un superbo dialogo tra i due, in cui Gatiss e Cumberbatch gareggiano in bravura, e in cui per la prima volta abbiamo un assaggio del passato degli Holmes.
NB: Seguirà a breve un post con uno spropositato numero di immagini di Cumberbatch per la gioia di mia moglie Ashura ... intanto un piccolo assaggio:
01 mercoledì Gen 2014
Posted Hype, I Am Sherlocked, serie tv, UK
in08 domenica Dic 2013
Posted Eventi, Hype, I Am Sherlocked, serie tv, UK
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BBC ONE, Benedict Cumberbatch, John Watson, Mark Gatiss, Martin Freeman, Sherlock 3, Sherlock Holmes, SherlockLives
-He’s got on with his life! –
– What Life? –
NOW we really can’t wait ‘til the first January 2014, can we???
Here’s the direct link to the interactive trailer!!!
21 giovedì Nov 2013
Posted Cult, Hype, Keep Calm and Call The Doctor, serie tv, UK
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