SH: I’m sorry.
Forgive me.
Merry Christmas, Molly Hooper
(A Scandal In Belgravia, Sherlock 2×01)
27 martedì Mar 2012
SH: I’m sorry.
Forgive me.
Merry Christmas, Molly Hooper
(A Scandal In Belgravia, Sherlock 2×01)
12 lunedì Mar 2012
Posted serie tv
inE’ stata una delle migliori novità della tv british del 2011, trasmessa anche in Italia su Foxlife, e torna da stasera in UK con la seconda stagione sulla rete ITV: sto parlando di Scott & Bailey, serie poliziottesca tutta al femminile, visto che oltre al cast, composto dalle due detective del titolo e da un commissario donna, è anche scritta, prodotta e diretta da donne.
Protagoniste sono Suranne Jones nei panni della detective Rachel Bailey e Lesley Sharp in quelli della detective Janet Scott, una single e una sposata con due figli, colleghe ed amiche, alle prese coi problemi del lavoro e della vita privata. Le due hanno, come da manuale, caratteri diversissimi e complementari, infatti se Rachel è impulsiva, istintiva e molto intuitiva, Jane è invece tranquilla, metodica e razionale (ma non senza difetti, come si scopre durante il corso della prima stagione).
Inevitabile il paragone con la storica serie USA anni ’80 Cagney and Lacey, conosciuta in Italia come New York New York, sia per la differenza tra le due protagoniste che per la tumultuosa ed incasinata vita sentimentale di una delle due: se là era la bionda Cagney ad avere continui problemi, qui è la mora Bailey, che nella prima stagione vediamo alle prese con Nick, (interpretato da Rupert Graves, l’ispettore Lestrade di Sherlock) amante bugiardo e donnaiolo, la relazione con il quale mette a rischio prima la carriera professionale e poi persino la vita di Rachel.
02 giovedì Feb 2012
Posted citazioni, I Am Sherlocked, serie tv
in
SH: Oh I may be on the side of the angels,
but don’t THINK for one second
that I AM one on them
(The Reichenbach Fall, Sherlock 2×03)
07 sabato Gen 2012
Posted citazioni, I Am Sherlocked, serie tv
in11 domenica Dic 2011
Posted serie tv
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A volte è piacevole esser smentiti, a volte capita di sorprenderci ancora. Pensavo che una serie così bella ma così profondamente british non l’avremmo mai vista sulle reti italiane, tanto meno sui canali in chiaro, da cui sono abituato ad aspettarmi così poco che molto raramente li frequento.
Ma stasera su Rete 4 trasmettono in prima visione assoluta ed in chiaro il primo episodio di Downton Abbey, serie trasmessa in UK da ITV e negli USA da PBS, pluripremiata agli ultimi Emmy come miglior miniserie, anche se miniserie non è visto che ne è stata appena trasmessa la seconda stagione e ordinata una terza, per non parlare dell’episodio speciale che andrà in onda in occasione delle festività natalizie.
Nata dal talento artistico di Julian Fellowes, che l’ha scritta e prodotta, già premio oscar nel 2002 per la sceneggiatura di Gosford Park, diretto da Robert Altman, Downton Abbey è anche senza alcun dubbio debitrice nei confronti di un classico della televisione britannica come Upstairs Downstairs, andato in onda per cinque stagioni dal 1971 al 1975 e ripreso (non a caso) lo scorso anno con una mini-stagione di tre episodi cui farà seguito una seconda di sei il prossimo anno.
Riprendendo la complessità del racconto e la coralità del cast della pellicola di Altman, Fellowes ci porta nell’Inghilterra del 1912 nella tenuta del conte di Grantham, per raccontarci il complesso e ricco microcosmo costituito dalla famiglia dei nobili e dei loro servitori che ruota attorno alla magnifica proprietà di Downton Abbey.
Veniamo così a conoscenza di personaggi tra loro assai diversi come il Conte Robert Crawley, la Contessa Cora e le loro tre figlie , Lady Mary, Lady Sybill e Lady Edith, nonchè la Contessa Vedova Violet, e i molti domestici della casa, a partiree da Mr. Carson, maggiordomo di casa e capo della servitù, e da Mrs Hughes, governante della casa, continuando coi camerieri Wiliam e Thomas ed il valletto Bates, o con la regina della cucina, la simpatica e schietta cuoca Mrs Patmore con la sua giovane ed ingenua aiutante Daisy, per finire con la dolce capo-cameriera Anna e l’acida e manipolatrice cameriera personale della contessa, O’Brian.
L’affresco umano e storico che Fellowes riesce a dipingere è quanto mai ricco e composito, e nel corso degli episodi veniamo a conoscenza di lati inaspettati dei personaggi, e della complessa rete di affetti e sentimenti che si sviluppa indipentemente dall’età o dalle differenze sociali e di classe: dall’affetto quasi paterno che Mr. Carson nutre per la figlia primogenita Lady Mary, allo stretto rapporto di amicizia e cameratismo tra Robert Crawley e Mr Bates, passando per il delicato amore che nasce spontaneo tra la dolce Anna e il tormentato Bates, fino ad arrivare all’odio di classe che i rancorosi Thomas e O’Brian nutrono nei confronti dei loro padroni.
Ma i dialoghi intelligenti, la puntuale ricostruzione d’epoca e gli splendidi costumi non sarebbero nulla se non fosse per le ispirate interpretazioni di un cast perfetto, che va dalla Cora di Elizabeth McGovern a Hugh Bonneville, un conte d Grantham fiero e sensibile, dalla Lady Mary di Michelle Dockery, bella ed altezzosa, a Dan Stevens nei panni dell’impacciato e riluttante erede della proprietà, Matthew Crawley: su tutte però spicca quella di una sempreverde Maggie Smith nei passi della Contessa Vedova, che non manca occasione per sottolineare con ironia ed arguzia le stranezze della “modernità” e rimarcare con sarcasmo le profonde differenze di classe della società dell’epoca.