Dal momento che son fresco di un recuperone estivo di The Newsroom, la serie scritta da quel genio di Aaron Sorkin per la HBO, sono lieto di annunciare che da stasera in USA parte la terza e conclusiva stagione della serie, di soli 6 episodi purtroppo. Sono invece meno lieto di annunciare che Sorkin stesso ha appena affermato che sarà la sua ultima serie per la tv EVAH. Visto che attualmente sono in pieno rewatch di The West Wing, per rifarmi della tragica notizia poi proseguirò con Studio 60 on the Sunset Street.
Stavo per scrivere un post sull’iniziativa segnalatami da una cara amica, che col banner Io non Mi abituo vuole affermare di non arrendersi agli oscuri tempi che corrono.
Stavo per scrivere un post sull’iniziativa di qualche amico che e’ stanco di veder bistrattato il cinema in generale e i i titoli dei film in particolare, come ad esempio There will be blood, letteralmente Scorrera’ il Sangue, che qualche esperto di marketing che non sa fare il suo lavoro ha deciso di intitolare Il Petroliere, solo perche’ pensa che gli spettatori siano un branco di stupidi che hanno bisogno di sapere dal titolo la trama del film, perche’ e’ troppo faticoso prendere un giornale ed informarsi.
Perche’ sono un po’ stanco di non aver piu’ diritto ad alcun rispetto, sia come spettatore che come cittadino.
Poi ieri sera ho visto il teaser del primo episodio di Studio 60 in the Sunset Strip, la nuova serie di Aaron Sorkin con Matthew Perry e Bradley Whitford, cancellata dalla NBC dopo soli 20 episodi, e ho capito che qualcuno oltreoceano la pensa come me, e sa anche come dirlo nel modo giusto.
Per quello che vale, ecco 10 minuti di televisione che non vedrete MAI qua in Italia, in tutti i sensi , sia come qualita’ che come contenuti, e che, grazie al lavoro di qualche volentoroso che ringrazi, o e’ stato sottotilata in italiano ed e’ disponibile qua, nel mondo che non esiste, dove tutto e’ possibile persino dire quello che si pensa …
Vivere in un paese in cui esiste la liberta’ di parola,
significa che di tanto in tanto capita che qualcuno ci offenda.”