Questa e' una storia "di sinistra", una di quelle storie che sembrano inventate da noi "di sinistra" per parlar bene degli extracomunitari, quelli che qualcuno, con estrema faziosita' e scarsa conoscenza della storia e delle cicliche migrazioni di popoli dalle province povere alle province ricche degli imperi, definisce invasori silenziosi.
Sabato sera siamo andati a mangiare in un ristorante tipico romano al quartiere Brancaccio, dove tutti quanti dalla proprietaria al cameriere che ci ha servito sono stati ospitali e cordiali, al punto che alla fine del pasto il fratello della proprietaria e' venuto ad offrirci del vino e s'e' messo a chiacchierare con noi al tavolo.
Dopo aver gustato bucatini alla matriciana, tomarelli alla gricia e una squisita coda alla vaccinara, abbiamo cosi' appreso dal nostro simpatico ospite che il cameriere, dal perfetto accento romanesco, era in realta' rumeno e si chiamava Bogdan.
Parlando con lui, abbiamo scoperto che ha girato otto paesi d'Europa, che conosce quattro lingue e ha il diploma da sommelier, tanto e' vero che s'e' intrattenuto in una lunga conversazione "vinicola" con mio cugino anche lui appassionato di vini.
Poi come ciliegina sulla torta, alla fine ci hanno detto che gli squisiti piatti erano opera di un cuoco egiziano, che ha fatto qui la scuola alberghiera, e ha un'aiuto cuoco per tagliare e cuocere la carne di maiale, perche' la sua religione ovviamente glielo lo impedisce.
E mi sono domandato se noi italiani oggi come oggi avremmo avuto la stessa capacita' d'adattamento di quel cuoco egiziano, o di quel cameriere rumeno, noi che ci sentiamo cosi' importanti con la nostra spocchia da paese evoluto e dominante , che sappiamo a malapena l'italiano e non conosciamo ne' la storia ne' la cultura del nostro paese e ci siamo dimenticati delle umili origini dei nostri padri, e soprattutto non sembriamo piu' ricordare che un tempo eravamo esempio di civilta', generosita' ed ospitalita' per il mondo intero,
E d'improvviso mi sono vergognato di essere italiano, per quello che siamo diventati seguendo falsi miti che non ci appartengono, che non fanno parte della nostra cultura, che affonda invece le radici proprio nella nostra capitale, in quella Roma che per secoli e' stato esempio di tolleranza verso i popoli da lei conquistati, permettendo loro di mantenere usi, costumi e religioni locali, e che grazie a quello e' riuscita a sopravvivere tanto a lungo, mescolando popoli e razze pur mantenendo intatta la propria identita'.
Altro che orgoglio …
Hai un bel Blog, ci son passato per caso. Bello, complimenti.
Ciao.
“Ïl ₣ÖlLΞ“
grazie dei complimenti, sono sempre graditi.
E comunque io non credo al caso, percio’ se era destino che passassi proprio di qua proprio oggi, ripassa anche nei prossimi giorni ! ^_-
Sottoscrivo in pieno parola per parola.
Io sono orgogliosa dell’Italia, del nostro passato, delle bellezze, della storia;un pò meno di essere italiana e mi piange il cuore a dirlo!
In realtà noi italiani non siamo chiusi quanto gli altri con gli stranieri (se penso alla “falsa apertura” Britannica o Scandinava mi si accapona la pelle!) ma stiamo diventando indifferenti e questo mi spaventa.
Bella riflessione. Ma posso dirti una cosa… Io sono figlia e nipote di emigranti. E fuori da confini nazionali le cose non cambiano molto, te lo garantisco. Più che vergognarmi di essere italiana… io mi vergogno di far parte di un’umanità di ottusi.
@Mumita: infatti non discuto che altrove siano come noi o peggio.
Ma son stato abituato a far riferimento a chi si comporta meglio di me, e non a consolarmi per il fatto che tutti si comportano come me o peggio.
E soprattutto sono convinto nel profondo che noi non siamo cosi’ di natura, che ci siamo lasciati cambiare da altre culture e altri modi di vivere, che non ci appartengono e non sono adatti al nostro modo di essere.
@Lemurakkia:Grazie. Ma infatti, il problema e’ proprio che anche noi siamo stati emigranti, in Usa, in Australia, in Germania ed in Argentina, e dovremmo sapere dai nosti padri e dai nostri nonni cosa significa esser trattati come intrusi e come gente indesiderata.
ma a quanto pare abbiamo la memoria molto corta, purtroppo, e ci facciamo comprare troppo facilmente dal benessere materiale, ahime’ … 😦
Infatti il nostro gran difettaccio è quello di non riuscire a capire che abbiamo bisogno gli uni degli altri: un giorno tu hai accolto me, adesso io accolgo te. Spero si sia capito che non intendevo in nessun modo dire che se lo meritano perchè se andiamo nel paese loro ci trattano allo stesso modo…!
@Lemu:Si, si era capito benissimo. E no, purtroppo il comportamento piu’ diffuso e’ invece quello del nonnismo, una volta ho subito io, ora tocca a te. Senza rendersi conto che finche’ qualcuno non spezza la catena del sopruso e della sopraffazione, ci resta in un circolo vizioso che porta molto facilmente ad una spirale d’odio e di violenza.
Non a caso uno dei punti comuni di tutte le grandi religioni del mondo e’ proprio “ama il tuo prossimo come te stesso”, anche se tutti tendono spesso a dimenticarsene.
Il motivo per cui e’ un tratto comune a tutte le popolazioni del mondo e’ che e'(o per meglio dire sarebbe …) una regola fondamentale della convivenza civile, e non c’entra affatto col credo religioso.
E comunque oltre ad una bella riflessione, quella che ci proponi, fai anche venire una fame boia!
Io frequento spesso un Ristorante (Desiderio) qui dove abito (l’ho alnche sponsorizzato a Malkaland nella colonna a sx) dove si mangia benissimo, si è trattati con cortesia ed educazione e si è coinvolti dal personale in chiacchierate e festeggiamenti.
Sono tutti egiziani.
Non ho nessun astio verso nessuno, ai miei occhi esistono le colpe e chi le commette a prescindere da dove arrivi il colpevole.
Essere stupidi, malvagi, irrispettosi, ottusi non è una questione genetica, sebbene possa sommariamente essere definita in taluni casi “culturale”.
Ma dietro un grande stupido c’è sempre un grande Bastardo.
Ricordiamocelo sempre.
“Ïl ₣ÖlLΞ“
@Malkaland: Mi fa piacere che tu abbia notato l’aspetto mangereccio, anche perche’ era una delle componenti fondamentali del discorso,l’aver gradito il pasto.
Proprio nel saper notare le sfumature, la loro ricchezza e la loro varieta’, nei discorsi come nelle persone, sta il segreto per non diventare ottusi e prevenuti.
Ma come dici tu, il gran Bastardo che c’e’ dietro spinge affinche’ questo non avvenga, seguendo una grande dottrina per il mantenimento del potere, inventata anche quella dai romani, che e’ Dividi et Impera.
A gennaio forse passerò per Roma.. Quando accadrà ti chiederò l’indirizzo di questo ristorante così poi ti saprò dire.
Buon venerdì e sopratutto, buon weekend!
“Ïl ₣ÖlLΞ“