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Dimmi che il tuo pensiero è per me, dimmi che posso raggiungerti con un battito di ciglia, che nulla ci separa se non l’immaginazione, che la mia intera esistenza potrebbe essere contenuta in un granello di polvere , o sul petalo di un fiore scarlatto, che trascinato dal vento mi condurrebbe a porti lontani, accarezzati dal dolce suono delle maree che lente ricoprono la sabbia bianca, nelle terre dove sorge spontaneo l’amore, trapiantato a forza in terre oscure,  aride di frutti perché gli uomini che le abitano hanno smesso di sperare nel sole, e nella pioggia, e nel soffio del vento di primavera, che trascina leggero i semi delle rinascita, del rigoglio del verde e del giallo, dipinti come macchie brune sul celeste del lago, e sul blu delle montagne, che al tramonto si colorano di una colore crepuscolare e malinconico, prima del nero della notte amica, che offre conforto ai viandanti stanchi dal troppo peregrinare, alla ricerca di un rifugio in cui riposare, uomini nudi vestiti solo delle loro rosee speranze che attraversano deserti violacei di indifferenza e solitudine alla ricerca di una sorgente di luce, che li possa ricondurre sul cammino della vita, perduto in una notte di luna nuova, all’ombra invisibile di una quercia incantata, che regalò loro  vita, e gioventù, ma sottrasse per sempre ardore e passione, rosso, senza il quale l’esistenza,  seppur eterna sembra null’altro che una lunga linea grigia.