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Una “vasca” come quella di sabato scorso nella citta’ dotta e grassa che ormai sorak anni fa mi diede i natali (oh, piano…mancano poi ancora 109 giorni…..) non e’ mai solo un giro per gli amati portici, diventa sempre anche un’insieme di ricordi e di tentazioni, di incontri e di occasioni, di immagini antiche e nuove emozioni

Ricordi lieti, come quello, cosi lontano eppure cosi vicino, di un bacio dato su quei gradini di Piazza Maggiore, in un tiepido giorno di fine febbraio, a suggellare un’amore nato per durare, e che ora sembra cominciato da sempre….

Ricordi cupi, come quello di una domenica passata in certosa a confortare moi diadia per la perdita della compagna di una vita, a partecipare a un dolore per me difficile anche solo da immaginare…

Incontri inaspettati, come quello appena usciti dal treno, quando le strane vie del destino ci hanno fatto incrociare una collega d’universita’ di Ashura con suo marito, vista l’ultima volta al suo matrimonio e da allora perduta, ed ora invece, quasi per caso forse e’ nata la promessa di andare insieme in un luogo a me cosi’ caro….

Immagini antiche e preziose, come quelle del “libriccino” che mio zio ha sfilato dalla sua “modesta” collezione di volumi antichi sulla storia della citta’, un pezzo unico, un “Calendario de’ santi che si e’ usi festeggiare a Bologna”, come dice l’iscrizione iniziale, manoscritto della fine del 600, col segno a matita delle righe tracciate per scrivere le didascalie ancora visibile, e i delicati colori acquerello a colorare le facce e le vesti dei santi…

Emozioni nuove, come quella provata entrando nella splendida Sala della Borsa, restaurata in perfetto stile liberty, a pianta centrale con le balaustrate di ferro battuto, e il soffitto decorato, e il pavimento trasparente a mostrare i resti romani, e che adesso ospita una spettacolare libreria su tre piani, con tanto di bar e ristorante e punto internet, da perderci dentro mezza giornata e forse piu’, soprattutto se siete come Ashura, che all’entrata ha alzato il suo nasino (oddio, nasino,,. parliamone) all’insu’ e ha fatto l’espressione di una bimba in un negozio di dolci….

E poi le tappe obbligate come quella alla Feltrinelli,col suo assortimento di volumi, all’ombra sghemba della Garisenda,e quella alla Feltrinelli International, dove ho trovato il tesoro che ora tutti conoscete,  e poi ancora Images, di fianco al Teatro Comunale, galleria di foto e manifesti in bianco e nero del cinema anni 50, la Hepburn e Marylin, Grace Kelly e Hitchcock, Bogart e la Bacall, paradiso per gli occhi e inferno per il portafoglio.

E che dire delle tentazioni di gola, come il  negozio della Majani, o la pasticceria Impero, o i gelati del bar pasticceria Calderoni, quello dalle nuvole rosa, e la Nutelleria di fronte all’Arena del Sole. e i mille e mille bar con  panini caldi e  piadine arrotolate, divenute ormai piatto tradizionale in casa Kusanagi, speciali quelle con stracchino e rucola…

Alla fine, mi rimane nel cuore il ricordo delle parole di mio zio,  fortunatamente apparso un po’ rinfrancato, a soli due mesi da una perdita che non riesco nemmeno ad  immaginare, tanto deve essere devastante, arrivata dopo mezzo secolo di esistenza in comune, fianco a fianco nella vita come nel lavoro come nella passione.

Racconti di una vita in comune, cominciata con un’amicizia,  trasformatasi pian piano in amore, tra  guerra e bombardamenti, storie di vita quotidiana per la generazione dei nostri genitori e quella dei nostri nonni, per noi cosi’ difficili da comprendere sino in fondo, e forse proprio per quello cosi’ lontane e persino un po’ magiche, come certe foto in bianco e nero ingiallite dall’eta’…