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Accettare…ma che significa?
Accetto volentieri delle scuse, se sono stato offeso.
Accetto volentieri un regalo, se è sincero.
Ma cosa significa accettare una persona e il suo modo di essere?

E perchè mi devo porre il problema se è da accettare o no?
Chi sono io, per decidere e stabilire cosa può o non può essere “accettabile” ?
Quando sei bambino nessuno ti dice che devi accettare un albero, o un fiore, o un gatto (soprattutto, un gatto…)
Esistono, ed è tutto quello che devi sapere al riguardo
Quando sei bambino, nessuno ti dice che devi accettare che tua madre sia bianca e grassa, o nera e magra,  e che tuo padre porti gli occhiali, oppure vesta sempre di blu perchè magari gli piace così:sono così e li prendi così, e basta.
Ma allora perchè devo “accettare” i musulmani, o  i gay, o i neri, o gli ebrei o una qualsiasi minoranza etnica, o di sesso o di religione?
Perchè non devo accettare allora anche il Mondo Etero?

Parli con persone che ritieni ragionevoli, e ti ritrovi che le loro parole tradiscono i loro pensieri, che alla fine salta sempre fuori la parola più oscena che esista nel vocabolario, stento quasi a pronunciarla, quasi fosse una bestemmia, e per il mio dio tollerante ed amorevole lo è, anzi è proprio quella che  lo fa andare in bestia più di tutte ( si perchè Lui va in bestia, e ultimamente direi pure parecchio )….normale
Nel  bel film sul professor Alfred C.  Kinsey, una delle prime conclusioni dello studioso, derivata da una ricerca sulla specie della vespa delle galle in tutti gli  Stati Uniti, è che  l’unico elemento che le accomuna, l’unica vera costante naturale è proprio la loro diversità.
Infatti scopre che, di duecentomila esemplari, non ne esiste uno solo uguale all’altro: un’idea quasi sconvolgente, nella sua semplicità, una vera rivoluzione del pensiero, che da’ un senso di vertigine, e ti toglie ogni certezza, ogni sicurezza che ti sia mai stata insegnata
Appunto, insegnata, non provata e verificata.
E uno degli esempi della diversità come regola di natura, uno dei più poetici e disarmanti,  è quello dei fiocchi di neve: non ne esiste uno uguale, eppure noi umani quando guardiamo un manto di neve ne cogliamo solo l’uniformità, perchè, sbagliando, ci fidiamo solo dei nostri sensi, e cogliamo la visione d’insieme, il generale e non il particolare, mentre la realtà spesso è fatta di particolari, spesso è ben diversa da quella che vediamo-sentiamo-assaggiamo-annusiamo-tocchiamo.
Spesso occorre usare il sesto senso, che è l’umana comprensione, lo sforzo di capire quello che non riusciamo a percepire, persino quello che a prima vista quasi ci ripugna.
Perchè, ad esempio,  è un falso che il cosiddetto stato naturale sia un paradiso, ed è un falso che deriva dal concetto religioso dell’Eden come paradiso perduto, mentre la scienza spesso ci insegna che lo stato naturale è uno stato ferino, di cieca e brutale lotta per la sopravvivenza, di dominazione del più forte sul più debole, di avvoltoi che si nutrono di carcasse, di leoni che divorano i piccoli degli avversari, di madri che mangiano la loro prole
Ecco perchè quando mi sento dire che un qualcosa “è contro natura” in generale rispondo che sono molto contento che sia così, perchè la natura non è un posto tanto carino per viverci, come afferma in maniera arguta e anche un po’ provocatoria   Crichton nel suo ultimo romanzo State of Fear, dove ci dice che tra vivere in un villaggio in Amazzonia e in un’appartamento nell’East Side a Manhattan è senz’altro più comodo, confortevole e sicuro il secondo, e non viceversa, come invece dice qualche nostalgico di “come si viveva bene quando non c’erano tecnologia e industrie, quando l’uomo era più a contatto con la natura”

Perchè la natura al suo meglio è un posto bestiale, dove se pietà, amore e comprensione esistono, sono dettati dall’istinto di sopravvivenza, che è quello che regola tutto l’equilibrio ambientale, mentre la razza umana ha qualcosa in più, ha la capacità di discernere e di interpretare i segni e capire e comprendere, con l’intelletto e coi sentimenti, o con l’anima, per chi ci crede

Quindi, come dicevo ieri sera, se qualcuno mi dice che è naturale che maschio e femmina si accoppino, allora io rispondo che è altrettanto “naturale” che gli uomini si uccidano tra loro,  ma sono tutti e due solo ed esclusivamente istinti naturali, e quindi ferini e bestiali, non c’è nessun intervento, in nessuno dei due casi, di ciò che più caratterizza l’uomo, ovvero l’intelligenza.

Non è un motivo valido per non accettare il comportamento di qualcuno.
Anche perchè di quello che fanno gli altri bisognerebbe proprio fregarsene, ma non nel senso che se crepa mi va bene, come spesso succede oggigiorno,  ma nel senso che se vive a suo modo senza recar danno fisico o materiale a me o ad altri, allora ha il diritto sacrosanto di esistere .

Accettare non significa nulla

Accettare è un’offesa,  è un punto di vista sbagliato, implica un giudizio su qualcosa che non lo richiede

Il pensiero laterale, spostando il punto di vista,  direbbe che occorre invece capire

E soprattutto tacere.

E farsi i cazzi propri.