“…umanamente stitico, tendenzialmente stronzo..”
e’ la simpatica definizione che da di se’ il giovane protagonista di In Good Company, brillante ed intelligente commedia che conferma il talento registico e narrativo di Paul Weitz che dopo l’acuto About a Boy, tratto dal bel romanzo di Nick Hornby, continua la sua cronaca del maschio del nuovo millennio, ormai ben oltre l’orlo di una crisi di nervi e costretto sempre piu’ a confrontarsi con il suo lato femminile (meglio tardi che mai…..)
Lo spunto iniziale della pellicola e’ dato proprio dall’incontro/scontro tra Dan Foreman, consolidato capo-famiglia e affermato responsabile vendite della ditta per cui lavora, e Carter Duryea, suo giovanissimo sostituto nonche’ entusiasta rampante e inconsapevole fantoccio, spedito li’ all’unico scopo di “potare i rami secchi” ovvero licenziare tutti i dipendenti “obsoleti”, quelli over 50 insomma, poco inclini alle strategie “dickiane” del mega-direttore della corporation GlobalCom, un Malcom McDowell (non accreditato nei titoli) in un cameo di pacata e sinistra efficacia…..
Le cose per Dan, un Dennis Quaid simpaticamente “stropicciato” e professionale come al solito, si mettono male fin da principio quando, dopo aver rischiato l’infarto per una presunta gravidanza della figlia, scopre invece che quella incinta è la sua cara mogliettina, interpretata da M.me C.S.I, alias Marg Hengelberg….
-E’ un maschio almeno?- dice lui, con aria angosciata
-Beh, per adesso e’ solo un mal di pancia!- commenta ironica lei…
E continuano peggio quando giunto in ufficio scopre appunto di essere stato sostituito da uno sbarbatello dell’eta’ di sua figlia, il cui unico grande exploit aziendale fino a quel momento sono stati dei telefonini-dinosauro che fanno versi, appunto, da dinosauro.
E quando il giovine imberbe Carter, infarcito di idee idiote come “revisione a 360 gradi” e “sinergie di gruppo”, in cui peraltro crede ciecamente pensando di essere un grande stratega, ma che in realta’ a malapena sa allacciarsi le scarpe, cerca consigli da Dan su una vita matrimoniale di successo come la sua, la risposta da uomo saggio e maturo e’ disarmante nella sua semplicita’:
-Trovi quella giusta con cui costruire il nido,e fuori dal nido tieni la patta dei pantaloni ben allacciata!-
A loro confronto le donne sono come fari nella nebbia per le povere anime perse maschili : vedere per credere la classica scena di seduzione, ma a parti rigorosamente invertite, tra uno spaesato Carter e la figlia di Dan, una virginale Scarlett Johansson, dolce e disarmante nella sua spietatezza.
Insomma una classica commedia umana, ben scritta , ben diretta e con un cast affiatato, che ci parla in maniera sincera di uomini e donne, e di padri e figli, e di modelli per cui valga la pena vivere, e impegnarsi nel proprio lavoro, di come trovare il proprio posto nel mondo., e di come spesso per raggiungerlo la strada migliore sia proprio quella piu’ lunga e tortuosa.
E di come, anche se forse puo’ sembrare un po’ banale ma che comunque e’ molto ma molto vero, a volte sia veramente necessario perdersi per poter poi disegnare la mappa del proprio mondo, reale o seriale che sia…..
(grazie per il chiarimento nei commenti precedenti. Rimango sì, collegata!!)
flor:(ok, ma non dirlo a nessuno…)
(ma perche’ stiamo parlando tra parentesi? mah ….)
andare a letto prima?!
impossibile. soffro d’insonnia.. ^+^”
(no dài, non sei un rompicoglioni :P)